Mazara del Vallo, è tra le più importanti marinerie d’Italia con la sua flotta peschereccia per la pesca d’altura e con la qualità del pesce difficilmente comparabile.
“Mazara del Pesce 2025” punterà ad allargare l’area della coscienza e della conoscenza non soltanto della Città di Mazara del Vallo ma del suo pesce, prodotto primario nella cultura gastronomica mondiale, riconosciuto come di massima qualità sia per le sue caratteristiche organolettiche ma soprattutto per il suo gusto superiore ed unico, dovuto alla salinità di questo tratto del Mediterraneo ed alla purezza delle acque marine non ancora pregiudicate da inquinamento.
Esperti del settore, cuochi, dietologi, pescatori, armatori e trasformatori testimonieranno il valore del pesce di Mazara del Vallo in una cassa di risonanza, “Mazara del Pesce 2025”, che opererà incessantemente per portare nel mondo le loro voci.
L’evento “Mazara del Pesce 2025” è un’idea che parte anche dal desiderio di dare visibilità alla nostra città e le sue grandi e diverse potenzialità tutte stratificate nella sua storia passata e recente, per promuovere attivamente la crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile attraverso la valorizzazione di uno fra i fondamentali e pregiati prodotti alimentari che il mondo ci riconosce : il Pesce del Mediterraneo.
L’intenzione è quella di creare un appuntamento annuale che coinvolga tutti gli operatori dei settori afferenti ai prodotti ittici.
Mazara del Vallo, meta indiscussa per chi ama il buon pesce “di mare”: sarde, pesce spada, aragoste, merluzzi, triglie, gambero e gamberone, tonno, sgombri, polpi, spigole, orate, saraghi, seppie e calamari, scorfani, pesce cipolla, dentici, pesce san pietro, rana pescatrice, razza, appena pescati e preparati, saranno i protagonisti di “Mazara del Pesce 2025”, per dare a tutti i partecipanti l’esperienza del gusto più raffinato della gastronomia di pesce.
LA STORIA
Brevi cenni storici
La storia di Mazara inizia dai Fenici che ne fanno un importante emporio mercantile e la battezzano con il nome Mazar, ovvero la “rocca”. Mazara si pone come limite di confine tra i greci selinuntini e i fenici moziesi.
Dal 406 a.C. Mazara passa a Segesta, poi sotto il dominio di Siracusa, nel 378 è riconquistata dai Cartaginesi che vi rimangono fino al 210 a.C.
La dominazione romana inizia sul finire della seconda guerra punica, divenendo castrum e poi, nel periodo imperiale sotto Antonio Pio.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, prima di passare sotto la dominazione bizantina (535 d.C.), Mazara conosce anche l’occupazione dei Vandali e dei Goti. Nell’827 la conquista della Sicilia da parte degli Arabi inizia da Capo Granitola nel territorio di Mazara del Vallo. Sotto la loro dominazione la Sicilia viene divisa in tre circoscrizioni: Val di Mazara (la più estesa territorialmente), Val Demone e Val di Noto.
Grazie all’introduzione di nuove colture portate dagli Arabi, quali limoni e aranci e alle nuove tecniche d’irrigazione riprende lo sviluppo dell’agricoltura, mentre l’attività portuale torna agli antichi fasti per la ripresa degli scambi commerciali con i paesi africani e spagnoli. Mazara diventa un importante centro di studi islamici per l’insegnamento della letteratura, della poesia, del diritto e delle religione. L’impianto viario del centro storico, la Casbah, ancora oggi visibile, rileva la matrice araba.
Mazara cadde in mano ai Normanni nel 1072 per opera di Ruggero d’Altavilla, e successivamente agli Svevi con Federico II, alla sua morte, la corona venne offerta a Carlo I d’Angiò, che assunse il titolo di re di Sicilia nel 1266.
Durante l’intero periodo, Mazara si vide costretta a contribuire in denaro e in uomini alla flotta e all’esercito angioino ciò determinò lo stato d’animo che sfociò nel 1282 con la guerra del Vespri, ed inviò aiuti ai rivoltosi palermitani. Capeggiatore dei volontari locali era Ugone Talach, mazarese d’origini normanne, che convinse i palermitani a chiedere l’aiuto di Pietro III d’Aragona, entrato a Palermo il 4 settembre 1282. Da qui si susseguono alternativamente Aragonesi e Angioini e lo Stato Pontificio, per arrivare infine in virtù della Pace di Utrecht ai Savoia, che manterranno la signoria dell’isola per appena cinque anni. Nel 1718, gli spagnoli intraprendono una campagna di riconquista, bloccati dagli Austriaci. Dopo sedici anni di dipendenza austriaca, Carlo di Borbone riunisce le sorti della Sicilia e quelle di Napoli, vincendo sugli austriaci nella battaglia di Bitonto del 1734.
Durante il dominio borbonico sorgono numerosi insediamenti residenziali lungo le “trazzere” regie, mentre sulle sponde del Màzaro, già impegnate nei lavori di ammodernamento del porto, si incrementano gli stabilimenti per la lavorazione del pesce e dell’uva.
Con la nascita del Regno d’Italia divenne uno dei tre circondari in cui era suddivisa la provincia.
Mazara oggi è il porto peschereccio più importante d’Italia, secondo in Europa, avvalendosi per molta parte di manodopera maghrebina, è salita alla ribalta delle cronache nel marzo 1998, quando un peschereccio locale, comandato dal capitano Francesco Adragna, ha recuperato, a circa 480 metri di profondità nelle acque del Canale di Sicilia, una scultura bronzea di oltre 2 metri, risalente al periodo ellenistico, conosciuta con il nome di Satiro danzante.
La statua, dopo essere stata restaurata ed essere stata per un breve periodo in mostra a Roma, presso Montecitorio, dopo essere tornata a Mazara del Vallo, è ripartita per essere esposta all’Expo 2005 ad Aichi, in Giappone, presso il Padiglione Italia, dal 25 marzo 2005 al 25 settembre 2005.
Da allora il Satiro danzante è nuovamente esposto a Mazara nell’omonimo museo in Piazza Plebiscito.
Ad oggi la città è un comune ad economia prevalentemente turistica e città d’arte, e tale vocazione turistica va sempre più qualificandola.